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Bentō: La guida sui Bento Box giapponesi


La cucina bento o meglio bentō è un’usanza giapponese di comporre pasti ben disposti in porta pranzo, noti come bento box.

Immaginatevi le giornate che si allungano, la brezza della primavera che comincia a soffiare tra gli alberi. Dopo un lungo inverno si ha subito voglia di stare un po’ all’aperto, soprattutto se si prospetta la possibilità di sedersi sotto un ciliegio in fiore per osservarne l’effimera bellezza.

Ecco, in quel momento avere un bento, un pranzo al sacco, rappresenta il momento perfetto. Certo, abbiamo sempre una buona motivazione per gustare alimenti prelibati disposti con cura e amore.

Ma il bento non è solo per i picnic al parco. È il pranzo che si porta al lavoro, è lo snack che si prepara per i viaggi o per occasioni speciali. Dove voi avete i panini e le “schiscette”, noi abbiamo onigiri e bento.

E nessun elemento viene lasciato al caso.

Storia e Origini della cucina Bento

Intorno al V secolo si cominciarono a preparare pasti da portarsi appresso durante situazioni come la caccia, l’agricoltura… la guerra.

I primi cibi che si impacchettavano erano hoshii, riso bollito e poi essiccato, e onigiri, palle di riso che possono essere o meno ripiene.

Per quanto riguarda la parola bento – di cui a breve osserveremo anche gli ideogrammi, pare sia stata scelta addirittura da Oda Nobunaga stesso, uno dei tre grandi unificatori del Giappone, comandante militare e guerriero estremamente importante nella cultura e storia del Paese.

Nobunaga sfamava uno alla volta gli abitanti del suo castello con dei “pacchetti” di cibo e da lì nacque il termine che utilizziamo anche oggi.

I viaggiatori che durante il periodo Edo (1603 – 1867) si spostavano lungo le vie commerciali portavano sempre dietro un pranzo già preparato da gustare al momento opportuno. Così coloro che andavano ad assistere agli spettacoli di teatro Noh e del teatro Kabuki, avevano con sé un bento da consumare durante le rappresentazioni.

Lo so che la cosa vi stupisce, ma in Giappone è consentito e spesso anche consigliato, di mangiare a teatro, anche perché gli spettacoli sono molto lunghi e uno stuzzichino aiuta a migliorare l’esperienza!

Fu, poi, alla fine del 1800 che si cominciarono a proporre i bento da mangiare sui treni. Studenti, insegnanti e impiegati e tutti gli altri pendolari costretti a spostarsi magari anche per lunghe, lo portavano dietro spostandosi perché sicuramente non avevano la possibilità di tornare a casa per pranzo.

Come abbiamo visto in precedenza, quindi, tradizionalmente tutti coloro che lavoravano fuori di casa, nei campi, in montagna o sulle barche, portavano dietro pasti già pronti. Ognuno con prelibatezze composte da ingredienti specifici della regione.

Così anche nell’epoca moderna, sebbene molte scuole diano la possibilità ai loro studenti di avere un pranzo caldo, spesso gli studenti portano il bento direttamente da casa, cominciando dalle elementari fino alle superiori. La stessa cosa succede con gli impiegati che lavorano negli uffici.

Chi prepara questi bento? Mi chiederete voi. Per gli studenti se ne occupano solitamente i genitori, per decenni sono state le madri ma adesso ci sono anche alcuni padri che si dilettano nella composizione. Per gli adulti invece, se non riescono a pensarci loro stessi, vengono aiutati dai partner oppure è possibile acquistarli già pronti nei supermercati, nelle stazioni o in attività apposite chiamate bentō-ya (弁当屋).

bento-ya shop

Il bento non è solo una scatola piena di cibo, come molte delle cose in cui la cucina è coinvolta. È un modo per esprimere un sentimento, sia quando lo si prepara per qualcun altro, sia quando lo si fa per se stessi, è un modo per far passare amore, coraggio, rassicurazione e sostegno.

Non lasciate mai che ciò che cucinate prenda il sapore della noia e del fastidio, gli alimenti assorbono più di quanto ci si aspetti.

Ma gli ideogrammi che ne compongono la parola cosa significano? 弁当 (bento) deriva dal cinese della dinastia Sung e significa “pratico”, “conveniente”. 

Dovete sapere, però, che gli ideogrammi cinesi e quelli giapponesi hanno letture diverse e in alcuni casi scritture differenti. In questo caso quelli di partenza erano 便當, che in un secondo momento sono diventati  便道 .

Si è arrivati quindi  alla grafia finale per avvicinarsi come senso alla frase 弁えて(そなえて)用に当て, ovvero “preparato e pronto per l’uso”.

La strada è stata lunga, un po’ contorta ma alla fine ce l’abbiamo fatta.

Elementi Essenziali di un Bento Box Tradizionale

I bento sono pranzi al sacco i cui elementi costituiscono un pasto equilibrato. Di solito, quindi, all’interno si cerca sempre di inserire:

  • Carboidrati: Che sia riso, udon o soba – personalmente preferisco andare sul classico e scelgo il riso.
  • Proteine: La portata principale. Si cerca di mettere, a rotazione per scacciare la noia, pesce o carne. Vanno bene anche i frutti di mare. La forma in cui si sceglie di cucinarle sta alla decisione di chi lo prepara, per esempio potremmo avere del salmone grigliato, dei mini hamburger o dei bocconcini di pollo. Le opzioni sono tantissime.
  • Verdure: O un più generico contorno, valgono anche uova e tofu, ma una dose di verdure non fa mai male, quindi se potete optate per quelle.
  • Frutta: In una zona separata per evitare che prendano il sapore del resto del pasto, potete inserire acini d’uva, frutti di bosco, kiwi o arance già tagliate. Qualcosa che resista almeno mezza giornata. Spesso nei bento si trovano le mele, tagliate a spicchi, anche se tendono a scurire presto.
  • Extra: Elementi in più che possano dare colore al pasto e che rallegrino l’occhio, come per esempio dei pomodorini.

Varietà di Bento Box

Sebbene bento sia il termine generico con cui potete riferirvi a questo pranzo portatile, è bene che sappiate che ne esistono tante versioni differenti. Mi piace l’idea di farvele scoprire per la prima volta. Si possono dividere per tipo di ingrediente oppure per contenitore, ma rende la questione solo più tediosa, quindi li elencherò tutti insieme.

Eccone alcune:

Marukonouchi Bentō.

Un bento preconfezionato preparato industrialmente (non uno dei miei preferiti), viene venduto nei supermercati e nei combini, i negozi di alimentari aperti 24/7. Di norma lo troverete diviso in due parti, uno con il riso e l’altra con l’accompagnamento.

Hinomaru Bentō.

È composto da riso bianco senza condimenti con al centro una umeboshi, una prugna sottaceto dal sapore molto forte, e rappresenta la bandiera giapponese. La particolarità della prugna è che aiuta a mantenere il cibo fresco. Non è strano che insieme a questo bentō ci siano carne o pesce come accompagnamento.

Ekiben

ekiben bento

La parola ekiben è composta da eki, stazione, e bentō, poiché viene servito tipicamente nelle stazioni, soprattutto quelle da cui partono gli Shinkansen. Sono venduti in contenitori di legno, oppure plastica, e in dotazione nel sacchetto vi vengono sempre date le bacchette e un tovagliolino umido per pulirsi le mani. Molte stazioni sono famose per i loro ekiben dagli ingredienti tipici.

Noriben

Un bento che in realtà è più uno snack che un pasto vero e proprio. È composto solo da fogli di alga nori con salsa di soia in cui intingerli.

Sake bentō

Bentō semplice con il salmone come ingrediente principale.

Tori bentō

Bentō a base di pollo, con salse varie, accompagnato da riso bianco. È molto popolare nella prefettura di Gunma.

Kamameshi bentō

Specialità della prefettura di Nagano, viene cotto e servito in un contenitore di argilla che poi rimane come souvenir.

Shōkadō bentō

È contenuto in una scatola tradizionale laccata di nero.
Wappameshi. Pasto servito in un contenitore rotondo di legno. È una specialità di Niigata e Fukushima.

Shiakeshiben

Ah questo bentō è un po’ particolare. Nasce dall’acredine, non dall’amore. È un bento chiamato “di vendetta” preparato dalle mogli che vogliono rifarsi di un torto subito dai mariti. Si presenta con insulti scritti sul cibo, oppure composto di alimenti non commestibili, per esempio composto solo di umeboshi.

Hokaben

Qualsiasi tipo di bento acquistato in un negozio apposito. Tutti gli elementi sono cucinati di fresco.

Shidaishi bentō

Preparato dai ristoranti e consegnato durante l’ora di pranzo. Spesso li si consuma durante incontri, feste oppure funerali. La maggior parte delle volte contiene cibi tipici giapponesi come riso, sottaceto e tempura, ma non è impossibile trovarne con sapori vostri, europei.

Soraben

Sora significa cielo, in giapponese. I soraben sono i bento venduti negli aeroporti.

Kyaraben

I bento che vanno per la maggiore soprattutto tra i più giovani (ma mentirei se dicessi che non sono amati anche da alcuni adulti). La caratteristica di questo bento è che il riso e il resto degli ingredienti vengono modellati e tagliati per prendere la forma di personaggi della cultura pop.

Con grande cura e molto lavoro, piccole opere d’arte nascono. Il protagonista di un anime (qualcuno di voi li chiama “cartoni animati”), o di un fumetto o addirittura di un videogioco. Ancora devo capire come possa essere divertente mangiare un onigiri che ha la forma di un coniglietto, ma non nego che ne riconosco la maestria nel crearlo. Ci vuole molta fantasia e tanta pazienza.

Come preparare un Bento Box

Il segreto principale sta nei colori.

Creare delle composizioni di cibo che abbiano colori intensi, ben distribuiti, che abbiano un buon impatto visivo.

E quali sono gli alimenti con le tinte migliori? No non le caramelle… la frutta e la verdura!
Quindi ricordatevi sempre i 5 elementi principali di cui vi ho parlato prima e scegliete elementi che abbiano colori intensi, più un ingrediente è fresco più la sfumatura sarà intensa.

L’ordine migliore per riempire il bento è il seguente: cominciate inserendo i carboidrati, solitamente occupano più o meno la metà del contenitore. Quindi aggiungete la proteina, che prenderà un quarto dello spazio, aggiungete per il resto abbondanti verdure, qualche extra e la frutta tenetela in una scatolina a parte.

Fate in modo di riempire ogni spazio così che le varie parti non si muovano portandolo in giro. E non dimenticate di rimuovere i liquidi in eccesso o tutto diventerà una pappetta molle e poco accattivante.

In Giappone è possibile trovare nei negozi in cui tutto costa 100 yen (poco meno di un vostro euro) vari accessori per la decorazione dei bento: formine per creare carote fiorellino, oppure per tagliare l’alga nori a cuore. Aiutano dove la manualità spesso non riesce ad arrivare e permettono di creare decori graziosi per il vostro pranzo al sacco.

Salute e Sostenibilità della cucina Bento

Preparare un bento da portarvi dietro è un’ottima idea sotto numerosi punti di vista.
Tenendo conto delle parti di cui è composto aiuta a mantenere una dieta bilanciata e la cucina casalinga è spesso più sana rispetto a pranzi pronti acquistati in fast food o al cibo confezionato.

Inoltre le porzioni sono opportunamente misurate, di conseguenza si andrà a mangiare la giusta quantità di cibo, senza esagerare per golosità.

Non è difficile mettere insieme un bento con gli avanzi che abbiamo nel frigorifero, oppure si può prendere mezza giornata per prepare tutti gli ingredienti, così da risparmiare tempo e non produrre sprechi alimentari.

Aiuta anche le finanze di casa, portare un pranzo al sacco. Risparmiate su mense, ristoranti e caffetterie che vi farebbero pagare molto di più.

E inoltre i contenitori, chiamati bento bako, in cui si posiziona il cibo sono sempre riutilizzabili, andiamo quindi ad aiutare anche l’ambiente, evitando cibi impacchettati singolarmente nella plastica. Una notevole

Dove Trovare Bento Box Autentici in Giappone

A seconda della tipologia del bento, sarà possibile trovarlo in determinati posti, quindi se state cercando qualcosa di specifico fate attenzione.

Ekiben e Soraben sono solo acquistabili rispettivamente nelle stazioni e negli aeroporti per esempio, mentre bento con ingredienti tipici potrete recuperarli nelle zone geografiche di riferimento. Per un Kamameshi bento dovreste andare fino nel prefettura di Nagano, per esempio.

I bento più comuni invece, non farete fatica a reperirli. Nei supermercati ce ne sono di vario tipo, così anche al piano sotterraneo dei centri commerciali, nella zona dei depachika (non sapete di cosa parlo vero?! Non vi preoccupate, prima o poi vi racconterò nello specifico a cosa mi riferisco).

I negozi specializzati in bento non dovrebbero essere difficili da scovare, solo a Tokyo ho in mente almeno tre o quattro posti da consigliarvi.

Ma ammetto che io vorrei che vi cimentaste nella preparazione del vostro bento, in modo che possiate dargli il vostro tocco personale.

Poi tornate da me a raccontarmi com’è andata.

Io vi aspetto seduto qui, sul portico di casa.

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